CREDITS
Titolo Originale: Francesco Guccini. Fra la Via Emilia e il West
Regia: Giuliano Nicastro
Attori: Francesco Guccini, Antonio Marangolo, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Vince Tempera, Juan Carlos Biondini, Lucio Dalla, Paolo Conte, i Nomadi, l’Equipe 84, Pierangelo Bertoli
Paese: Italia, 2024
Produzione: Consularte
Distribuzione: NEXO DIGITAL
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SINOSSI
In occasione del suo 40° anniversario arriverà in esclusiva nelle sale cinematografiche in una versione completamente restaurata con audio in 5.1 Francesco Guccini: fra la Via Emilia e il West, il celebre film concerto filmato a Bologna il 21 giugno 1984. L’evento al cinema sarà un appuntamento unico per far rivivere sul grande schermo ai tantissimi fan del grande cantautore tutte le emozioni di quella serata straordinaria. La proiezione del film sarà preceduta da un’esclusiva introduzione realizzata appositamente per l’evento cinematografico dallo stesso Francesco Guccini.
Il 21 giugno 1984 Bologna venne invasa da oltre 160 mila fan accorsi per assistere a quello che per l’epoca si rivelò essere un evento musicale senza precedenti: il concerto per celebrare i vent’anni di attività musicale di Francesco Guccini. Sul palco in Piazza Maggiore, a festeggiare con lui, si avvicendarono grandi amici e colleghi come Lucio Dalla, Paolo Conte, I Nomadi, Pierangelo Bertoli e moltissimi altri.
Il titolo “Fra La Via Emilia E Il West” proviene da un verso della canzone “Piccola città” in cui Guccini parla di Modena sua città natale. Racconta Francesco Guccini: «La via Emilia tagliava Modena in due; la strada dove abitavo, da una parte, si incrociava con essa. Dall’altra parte c’erano già gli ampi campi della periferia. Erano un po’ il nostro “West” domestico: bastava fare due passi, o attraversare una strada, e c’erano già indiani e cow-boys, cavalli e frecce; c’era, insomma, l’Avventura, tradotta in “padano” dai film e dai fumetti. Poi la via Emilia continuò a tagliare Modena in due, ma il West aveva volto diverso, e il “mito americano”, quello di tante generazioni oltre alla mia, parlava lingua diversa, quella del rock, delle copertine dei dischi, della faccia di James Dean in Gioventù bruciata, dei libri che altri appena prima di noi avevano scoperto e voltato in italiano. Ma i due riferimenti esistevano sempre, un piede di qua e uno di là, il sogno (meglio, l’utopia) e la realtà…».
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